Governo corregge Dl, no arresti domiciliari a stalker
09/07/2014 07:01
Modifiche in arrivo per le norme sulla custodia cautelare: niente sconti a stalker e rapinatori. Il governo è infatti pronto a intervenire con delle modifiche al testo del decreto carceri all’esame dell’Aula alla Camera per escludere che per una pena fino ai tre anni non venga prevista la possibilità dell’arresto. L’apertura alle correzioni al provvedimento, che sarà in Aula dal 21 luglio e che scade il 29 agosto, le annuncia il viceministro alla Giustizia Enrico Costa.
Le disposizioni sulla custodia cautelare hanno sollevato le critiche dell’Associazione nazionale magistrati che aveva chiesto modifiche ma che, in ogni caso, con il suo presidente Rodolfo Sabelli non sembra digerire i “molti difetti” del decreto: dalla questione legata “all’automatismo”, e cioè il fatto che non ci possa essere una valutazione discrezionale del giudice, “alla mancata esclusione dei recidivi”, al “grave fenomeno dello stalker”, oltre al mancato coordinamento con le norme sugli arresti domiciliari. Inoltre, l’allarme dell’Anm mette in guardia anche sui rischi che si creerebbero per i reati di mafia e di corruzione, oppure per finanziamento illecito dei partiti politici, che non hanno quasi mai una pena superiore ai tre anni.
Punto di vista opposto invece quello del presidente dell’Unione delle camere penali Valerio Spigarelli, per il quale non bisogna “abbandonare la filosofia di fondo”, che “il carcere inutile va evitato, così come la pena anticipata”. Per questo Spigarelli si augura che “il Parlamento resista” e non faccia marcia indietro. Ma rassicurano le parole del viceministro Costa: dall’applicazione della norma in questione, saranno esclusi tutti i reati per i quali non è consentita la sospensione dell’esecuzione della pena. Si va dallo stalking alla violenza sessuale, dall’estorsione e dalla rapina aggravate al furto in abitazione. Così, per questi reati e per tutti quelli per i quali non si può concedere la sospensione dell’esecuzione della pena rimane l’applicazione della custodia cautelare anche quando il giudice ritiene che la pena da applicare non sarà superiore a tre anni. Un risultato – osserva Costa – al quale si potrebbe giungere già con una determinata interpretazione da parte dei giudici, ma “siccome ci è stato chiesto di precisarlo, siamo favorevoli a farlo”.
11.07.14
Giurisdizione sempre più legislativa
Dica il sottosegretario:
chi o quale organismo, gli abbia “detto di precisarlo”; se, questi, siano o non siano appartenenti alla magistratura; (ove lo fossero) chi, degli appartenenti al Governo o al Parlamento, non abbia impedito, ad essi, di interferire o interloquire in materia; quali provvedimenti intenda proporre, o adottare, verso chi, d’essi, abbiano interferito o interloquito, e verso chi, del Governo o del Parlamento, non lo abbia impedito; quali provvedimenti, infine, intenda adottare verso sé medesimo, che non abbia impedito.