Flick flop?

Riforme: Flick, vaglio Consulta? Ok ma fissare parametri = (AGI) – Roma, 25 giu.
La soluzione di affidare alla Corte Costituzionale il vaglio su possibili intercettazioni o limiti alla libertà’ personale di parlamentari “e’ una strada percorribile”, ma “vanno ben definiti paletti e parametri per evitare che la Corte possa cadere in una valutazione soltanto politica, cosa che non e’ suo compito”. Così il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, che spiega: “Non ci sono difficoltà ad affidare un tale compito a un organo terzo come la Corte ed e’ una soluzione positiva anche perché evita il sospetto di corporativismo”, ma “prima e’ necessario fissare i parametri di questo potere”.
Secondo Flick, infatti, “in tempi di sfiducia nei confronti della classe politica occorre fare molta attenzione prima di dilatare le garanzie che, a torto o a ragione, possono essere viste come privilegi”. Quanto all’immunità parlamentare, il presidente emerito della Consulta, sottolinea con determinazione che “deve esserci lo stesso trattamento per deputati e senatori: le loro attività sono identiche, non basta che i senatori non diano piu’ la fiducia per giustificare una disparità così vistosa. Si tratta di una garanzia necessaria per il funzionamento del Parlamento. Non vedo invece lo stesso problema – conclude Flick – per quanto riguarda i sindaci e i consiglieri regionali eletti al Senato e quelli non eletti. Per questi ultimi non si può parlare di disparità”.

Flick flop?

1. Se sull’Ordine giudiziario la “giustizia” è “domestica” (“autodichìa”: in “civile” con la magistratura giudicante, in “penale” con la magistratura inquirente e giudicante, in “disciplinare” con la magistratura inquirente ed il CSM giudicante), perché non potrebbe (non dovrebbe) esserlo sul Potere legislativo?

D’altronde, la dialettica (per “opposizioni”), in Corte Costituzionale invocata (da Flick), sarebbe maggiore di quella in Parlamento (a composizione pluripartitica ed a dialettica costitutiva)?

2. Se il “sospetto di corporativismo” suggerisce a Flick di “affidare un tale compito [la “giustizia” sul Potere legislativo] ad organo terzo” (“eterodichia”: appunto, con la Corte Costituzionale), perché esso (sospetto) non gli parla di fronte al (la “giustizia” sul) l’Ordine giudiziario?

La inspiegabilità logica delle due disparità, tuttavia, ha una spiegazione (persuadente anche il Suddetto) nella disparità reale fra quell’Ordine e quel Potere: oggi, invertite contenutisticamente le rispettive denominazioni (l’ordine è potere ed il potere è ordine), è invertita la relazione di egemonia: il potere sociopoliticoeconomicogiuridico è giudiziario, non legislativo.

3. Se “deputati e senatori [esplicano] attività identiche” e “..l’immunità parlamentare” [art.68.1 cost] protegge queste, non quelli, ove constino di “opinioni espresse ” e “voti dati nell’esercizio delle funzioni”—purtroppo, nel discorso pubblico, non risulta affatto che questo, solo questo, sia l’oggetto dell’ “immunità (o “incapacità giuridica”: M.Gallo) penale”, e che il resto (“domicilio”, persona”, “conversazioni e comunicazioni”… dei predetti), sia oggetto di regole (“condizioni”) di “procedibilità” (delle intrusioni giudiziarie) su essi (tutt’altro, dunque, tecnicamente, concettualmente): perché “l’attività” senatoriale dei “non eletti” potrebbe (dovrebbe) non essere protetta?

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