15 – 03 – 2009

Il sistema sociogiuridico statale per il traffico dei veicoli e quello contro il traffico delle droghe,  dall’anno 1975 (allorchè inizia a vigere anche il secondo), hanno prodotto rispettivamente quantità di “caduti” non molto lontane tra loro.Quando si aggiungeranno il sistema sociogiuridico contro le mafie  (sette anni dopo) e quello contro il sesso (ventuno anni dopo),  le quantità si avvicineranno assai.Il primo sistema in atteggiamento  permiissivo i secondi in atteggiamento proibitivo, tutti comunque nell’esercizio dello stesso  “potere pubblico”.
L’antagonista mondiale della droga, il portainsegne del “proibizionismo” delle nazioni unite,  sedicente “professore di (anti)sociologia”, si offre al più arruffato    pastore abruzzese del proibizionismo democratico, che lo accoglie, per la candidatura alle prossime “elezioni europee”.Non potrebbero qualificarsi meglio, vicendevolmente,  non potrebbero qualificare meglio, insieme, il contesto.Usando tatticamente le norme penali che tutelano le prove dei reati e dei rei, da centanni almeno gli inquirenti, al contrario,  le falsificano, incriminando quelle scomode, scriminando quelle comode.L’ultima esibizione sta nel processo a due sventurati  rumeni, non colpevoli di una (clamorosa) violenza sessuale, eppure  forzati ad accusarsene. Ebbene, ad evitare che fossero scarcerati  li hanno incolpati di autocalunnia. Intuito poi, falsari avventati, che questo reato implicava necessariamente estraneità a quello, li hanno  incolpati di calunnia, della polizia che li aveva  forzati. La polizia rumena, si noti, prestatasi  empiamente (gli organismi inquisitori solidarizzano internazionalmente anche se   antinazionalmente e autorazzisticamente) alla polizia italiana, ad accredito paritetico  della perversione accusatoria.
Venticinque anni di cattedra deserta o muta o vacua, e biliosa invidiosa gelosa meschina, preclusa a chiunque potesse  valorizzarla, tale dacchè scippata  da un furbo e informe plagiario di scritti tedeschi mimeticamente tradotti in italiano, hanno disseccato l’informazione e  la formazione, nel “giro” della piccola eppur vogliosa provincia,  hanno ridotto la curia  a incuria,  il Foro a strepito vaniloquente…

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