26 – 04 – 2009

Nemmeno il venticinque aprile, l’insegna più eloquente della vittoria della  parte democratica del popolo italiano contro l’altra, antidemocratica fascista bellista razzista nichilista, e contro il suo alleato organico e conforme, nemmeno questa insegna, di così alto lignaggio culturale,  si sottrae alla presa corruttrice e confiscatrice del “leader” della rivalsa dello sconfitto, del neofascismo sull’antifascismo; nemmeno la antitesi antropologica scampa al suo abbraccio letale, alla peste culturale di cui intride l’intero corpo sociale, un morbo endemico, pandemico, che infetterà il paese per almeno il prossimo cinquantennio.

La legge penale italiana vieta il reclutamento di  prostituti del corpo ad uso sessuale, non lo vieta, anzi lo promuove, di prostituti del corpo ad uso militare, più precisamente omicidiale, sterminiale, contro popolazioni civili innocenti quanto più possibile, contro le elites militari colpevoli quanto meno possibile…

Il partito comunista cinese, l’unico dell’immenso Paese, “a garanzia della governabilità”…. (l’italiuccia del pluripartititismo sèpensante  “ingovernante” degli ultimi trentanni vi ha fatto “uno stage”, ha imparato e si avvia euforica all’emulazione), per governare meglio l’assoggettamento integrale dei tibetani, ha infiltrato monaci nei loro monasteri, investendoli della direzione.
La tecnica della infiltrazione è rinomata nei sistemi totalitari, dei quali il cinese è il modello, ma che essa potesse indurvi un partito “marxistaleninistarivoluzionario” non era facilmente prevedibile….

Che tra le libertà straparlate in  qualsiasi accrocchio sedicente politico, perfino nella grande accolita clerolegoneonazifascista dell’ultima edizione piduista (che la libertà  la affigge addirittura nel suo logo), che tra le libertà in straparole, si diceva, stia mai, una sola volta, quella che pure, ognora, è calpestata schiacciata polverizzata dal potere legislativo esecutivo giudiziario organizzato e unito, libertà la quale dunque anche nei fatti è mai presente, è sempre assente, è tipico della cialtroneria generale “liberale”, il sistema politico di pubblico mendacio, particolarmente quello italico.
E del virtuosismo semantico del diritto penale, talmente liberticida da eclissarne l’esistenza.

La pensione ai repubblichini la dette “Andreotti”, un precursore (anche a chiarimento della sua “anamnesi”),  nel movimento che oggi vorrebbe iscriverli nell’ordine dei cavalieri della repubblica ( ordine che ha in testa mussolini e in coda berlusconi).
Un ordine di repubblichini, dunque, a vanto e addobbo della repubblica antifascista ( benchè in epoca clerolegoneonazifascista), per ciò ordine pubblico, e di riflesso privato, di essa.
La forma e la sostanza della repubblica italiana non è quella della repubblica di Salò?

Berlusconi che indossa il fazzoletto partigiano nella giornata del venticinque aprile  mostra nient’altro che è capace di tutto,  per sopravvivere…

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