Il membro di una “direzione distrettuale antimafia”, uno che farebbe il magistrato incitando e guidando alla “guerra alla mafia” (cioè, dopotutto, allo sterminio di moltitudini sostanzialmente inermi, abitanti penosi dei bassifondi sociali), un membro della milizia togata insomma, non pago di successi editoriali e massmediatici a buon mercato, di innumeri gratifiche e privilegi, esibiti anzitutto da elargizioni statali di “scorte armate”, invero a guardia di attentati immaginari; ha ottenuto, costui, di essere nominato, sempre per ben collaudate ragioni di “sicurezza”, giudice in cassazione, benchè, questo, sia “organo supremo” del diritto di pace, nel Paese, non di guerra…
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