10 – 05 – 2009

No all’Italia multietnica, proclama l’alloetnico, anzi assoluto alieno, il maldicefacenteessente strutturale, primomasssmediatico d’Italia.

Finalmente riconciliazione tra liciapinelli e gemmacapra, si esclama comunemente, ma se la prima avesse rinunciato alla opposizione culturale, radicale, alla seconda, all’opposizione dello stato civile allo stato di polizia, i due stati avrebbero ricominciato, sciaguratamente, a confondersi.

Il “malore attivo” che avrebbe spinto nel vuoto l’anarchico, fu formula assai remunerativa del fantasista  napoletano suo inventore: la procura della repubblica della città dell’assassinio, il rovesciamento per mano polgiudiziaria del potere politico ritardante l’avvento di quello clerolegoneonazifascista, il seggio in Senato, il credito di consigliere giuridico del Partito, benchè in diritto farfugli quanto falsificò in fatto.

Io sono cattolica, ho perdonato dopo la morte di gigi“:
non manco’ nulla alla signora, per divenire la moglie del “suicida” dell’anarchico nell’urgenza golpista del depistaggio, né la fede dichiarata, e le sue facoltà, nè la spudoratezza plebea della imposizione, al discorso pubblico, del lessico famigliare, per inquinarlo, corromperlo, deturparlo.

Cossiga e Pecchioli, capintrigo della diccì e del piccì, concordarono la schedatura dei dissidenti o degli uscenti dal secondo, per scoprire possibili  aderenti od entranti nella “sinistra extraparlamentare”, e la infiltrazione di questa con emiissari propri; insomma dicci e picci nelle persone suddette si mossero al modo dei Servizi, con tecniche dei Servizi, da Servizi.
Per conseguenza, dalla strategia della tensione per eccidi politici (da Piazza Fontana a Moro…) come è possibile escludere quei due partiti, e i loro capiintrigo?
Moro, d’altronde, propiziando il martirologio della dicci, della dicci picci cospiranti, permise ad essi di campare, fino all’autogolpe del “servosegreto” di “mani pulite”, ed alla seguente presa del potere dal piduoclerolegoneonazifascismo“berlusconiano”.

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