Un prete che ospitava per pietà genuinamente cristiana gli immigrati: un eretico, secondo la morale della curia papalina; un avvocato che prestava la sua tecnica a quegli sventurati perchè non fossero espulsi: indecoroso secondo le morale della curia forense; i quali sottraevano resti di inumanità alle penurie mortali dei paesi di origine, per accostarli alle possibilità, quali che fossero pur che fossero, della sopravvivenza materiale (lavoratori della terra, prostitute..), sono stati brutalmente soppressi da una procura distrettuale “antiimmigratii” (oltre altri), brandendendo la frode “legale” incarceratrice di chi, dando soccorso ai miseri, li sottoporrebbe a schiavitù; a “nuove forme di schiavitù”, secondo la subdola formula legislativa montata sul codice penale, fin dal 1998, non ignara della suddetta finalizzabilità, dalla “comunista” Serafini, anche in rappresentanza, quale moglie, del segretario del (l’ex) partito comunista, Fassino…, vanitosa legislatrice da operetta, incapace perfino di arrossire…
L’evangelio di colui che vede la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non vede il trave nel proprio, cioè, la critica sociale di colui che ignora la immoralità propria benché massima, intento paranoicamente a quella altrui benché minima, pur nella sua rudezza parabolare, si attaglia alle agenzie del potere penale, spasmodicamente intente alla immoralità altrui benché minima, come disintente alla propria benche massima (non c’e piccola o grande immoralità che non le investano e che ad un tempo non stiano impunite), anzitutto quella che prescrive a loro di ritenere che il male tremendo e devastatore che fanno all’altro porti il bene…