The after bunga bunga vagheggiavo fiumi di donne manifestanti per strada, in corteo che le comprendesse tutte, d’ogni colore e bellezza, in un gigantesco mercato umano, con tanto di saldi, offerte speciali, due al prezzo di una e simili amenità; in avvio del corteo le strafighe a reggere lo striscione con su scritto a lettere cubitali “se la vuoi la paghi”; poi il fiume di donne che finisce in ine, (veline letterine meteorine) a sgolarsi su “l’utero e mio e me lo vendo io” (evoluzione della gestione rivendicata negli anni 70 resa necessaria dalle nuove strategie di mercato), a seguire la mezza età e le meno dotate, improvvisamente consapevoli di avere tra le gambe un capitale fruttifero, in un canto liberatorio “bunga bunga per tutte”; infine le pensionate, fuori mercato con giuste rivendicazioni pensionistiche per averla data, una vita, senza un euro;
in ogni camera da letto una autentica rivoluzione: donne consapevoli del proprio valore, avvolte in una nuvola di “eau de ne touche pas”, al grido mai più gratis, avrebbero sbattuto in faccia a un uomo permanente o temporaneo, attonito (meglio se del centro destra), un listino prezzi, dal toccata e fuga (a poche centinaia di euro) a un’ora alla diavola (giustamente di prezzo maggiore), da adattarsi opportunamente, al mutevole bilancio familiare; per i periodi di crisi (dal giorno 12 del mese per i dipendenti e tra un co e l’altro per gli autonomi) ci si potrebbe sbizzarrire con ricette più economiche: minuti aglio e peperoncino; cosce gratinate flambè, rosolatine della casa; purchè sempre rigorosamente a pagamento;
da ogni finestra di ogni angolo d’Italia sotto una federa con su scritto in vari colori “meno male che silvio non c’è e ci fà”, opportunamente assicurati da un punto sartoriale in cui siamo maestre, magnifici perizoma ghepardati segno inequivocabile del nuovo status, evoluzione immancabile di un ventennio del libero mercato.
E invece, IN VECE, udite udite, l’intellighentia di sinistra, ti organizza una grande manifestazione a difesa della dignità delle donne (in realtà solo di alcune) che scarsamente consapevoli di possedere lo strumento della più efficace controinformazione al regime pretendono, ancora, di darla gratis;
se si fosse colta l’occasione, un popolo inferocito di uomini, così educato e aizzato da donne consapevoli, avrebbe invaso il palazzo e LUI che tanto ha già pagato, avrebbe potuto, finalmente, godere.
teresa pes