31.10.12

E così l’agrammaticale (non in astuzia volpina o in insidiosità  lupina) dipietro, mentre, da “magistrato”, preparava accuratamente l’avvento del sovversivo Berlusconi (e di sè medesimo al seguito), rovesciando con (non altro che: est modus in rebus ?) l’ “azione penale” il sistema partitico democratico dei primi anni del millenovecento, emulava costui “ricevendo” un miliardo di lire da una fan ottantenne. La precisazione che, alla ricezione, dipietro fosse un magistrato non un politico (come dal televisivo Report), la ha fatta puntigliosamente, “a scopo difensivo”,  il cantore del giustizialismo di marca dipietrista,  Travaglio, che,  nella sua pur orgogliosa ignoranza sociogiuridica, crede sia meglio, per il pubblico ufficiale chiamato (solo socialmente invero, non giudiziariamente, e non per caso fortuito) a risponderne, la concussione di denaro mediante induzione (sia pure a causalità mediata, indiretta), della appropriazione indebita (oggi, dubitabilmente, peculato) del “politico”….

Con tali “credenze”,  è inutile domandargli,  se si  possa ipotizzare che, i giustizialisti alla dipietro, siano, traverso la teoria e la pratica d’esso, giustizieri degli altri per immunizzare sé stessi, (ipotizzare) che, quindi,  siano la specie più disonesta fraudolenta e dannosa  tra le esistite e le esistenti…

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