Poiché l’ultimo quarantennio giuridicopenale, ad opera della magistratura “pianista” reale nelle aule legislative, previe mistificazioni svianti dal suo scopo effettivo ed unico, la implementazione del suo ruolo di assoggettamento della popolazione mediante minaccia e applicazione della pena, ha portato alla “quadruplicazione” delle pene minime e di quelle massime dei reati preesistenti, ed a pari livello quelle dei nuovi reati, così che il Regime d’essa corrisponde oramai a tutti quelli che, storicamente, furono denominati “Terrore”, prevedere una pena (concreta) massima di due anni in reati puniti con una pena (astratta) massima di quattro anni, quale limite del le candidature elettorali nazionali, implica (con minima iperbole) che soltanto i condannati per reato di “pascolo abusivo” staranno entro esso.
Implica d’altronde, che, il Regime, ha ormai raggiunto il traguardo, l’assoggettamento, fin dalle candidature elettorale, del potere parlamentare, per ciò, totalmente soggetto a quello giudiziario, aggiunto a questo, non separato (incostituzionale, quindi, con esso).
Come d’altronde mostra il fatto, oramai endemico, che, esso, non ha nemmeno sentore della sua soggezione, tanto meno della sopraffazione, ancor meno della necessità della ribellione, nell’interesse generale.
Ovviamente, non avendo quei sentori, tanto meno ne ha della qualità culturale (tecnica scientifica metodologica gnoseologica epistemologica logica, in una parola giuridica), delle “condanne definitive” delle quali, il Regime, ricopre il Paese.