“Non c’e’ pace senza giustizia”, come nel titolo del movimento Radicale, o “Non c’e’ giustizia senza pace”?
La prima proposizione non esclude che il modo reale del compimento della giustizia, quello guerresco fin dalle definizioni (“lotta alla mafia…alla droga”…”guerra agli evasori”…), quello italiano per esempio, rompa la pace anzi la escluda programmaticamente e a priori;
la seconda proposizione, postulando la pace quale modo immancabile del compimento della giustizia, ne esclude il modo guerresco sia reale che, prima, virtuale…
d’altronde, la seconda proposizione è verificata sperimentalmente dalla storia: quando, col diritto penale longobardo del settimo secolo, fu introdotto, per la soluzione giudiziaria della controversia, il guidrigildo (l’equivalente della pena pecuniaria a risarcimento dell’offeso), fu fermata la “faida” quale mezzo e modo guerreschi del compimento della giustizia.
Peraltro, la pace quale mezzo e modo del compimento della giustizia andrebbe postulata non solo ad elemento della soluzione della controversia, ma anche, e prima, ad elemento della prevenzione della controversia; esemplificando: la abolizione del divieto della circolazione della droga preverrebbe ogni espressione guerresca d’essa, quella, diretta, della lotta alla droga, quella indiretta della lotta per la droga; la bonifica economica delle aree sociali della povertà materiale preverrebbe ogni espressione guerrresca d’esse, quella diretta della lotta al furto alla rapina alla estorsione, quella indiretta della lotta per il furto la rapina l’estorsione….
Search
menu principale
Le campagne
Scuola penale