4.11.14

E’ una parafrasi di Wahrheit Macht frei (libera traduzione protestante di “la verità rende liberi”, dal vangelo di Giovanni), quella che lo scrittore austriaco Lorenz Dieferbach usò per intitolare il  suo romanzo “Arbeit macht frei”, “il lavoro rende liberi”, e che il suo mostruoso connazionale “hitler” adottò nel 1933 per targare sarcasticamente le porte dei suoi “campi di concentramento”…
Il sarcasmo, a ben vedere, sarebbe legittimamente estendibile ad altra escrezione canonicamente hitleriana dell’umanità,  al  carcere… ed ogni “campo di reclusione” (temporanea o perpetua) potrebbe targare le sue porte “gefangnis macht frei”: ” il carcere rende liberi”.
Diaz


“Il servitore dello stato”

“Caricate”, avrebbe ordinato “ai suoi uomini” un “servitore dello stato”, senza il pudore di averne il potere, affinché fosse repressa una manifestazione pacifica di “servitori del popolo”, operai timorosi della perdita del lavoro, del sostentamento della propria  famiglia….
In siffatta postura antisociale, di servitore dello stato nemico del popolo, per fortuna, lo ha stecchito “Zoro” (Zorro il mitico giustiziere  in versione “comica”di Diego Bianchi)…
Diaz


“Pignatone”

“La responsabilità penale è personale, secondo la Costituzione, non collettiva..”, diffonde “il procuratore di Roma”,  invitato a spiegare la assoluzione degli accusati dell’omicidio di Cucchi, da una Corte di Assise del luogo.
Criptando scientemente, perché, magistrato palermitano, più di altri sa che, le leggi “siciliane” antimafia, hanno promulgato “i reati associativi” per risparmiare le fatiche, e le possibili delusioni, della ricerca probatoria del reato quale fatto del fare umano, base culturale della “responsabilità personale”; e per conquistare i comodi (perversi) della “rilevazione anagrafica” dell’essere del reo nella sua condizione personale o sociale, base culturale della ‘”responsabilità collettiva”..
quale quella, immediata, nel diritto di guerra, dell’eccidio delle popolazioni civili, o mediata, nel diritto ” antimafia”, del loro  imprigionamento a vita…
Diaz


Io non mollo

“Boia chi molla” eruttavano i fascisti.
“Tranquilli, io non mollo”, espelle continuamente “renzi”, capo del governo opposto ai sindacati dei lavoratori e capo del “partito dei lavoratori” (sia pure classicamente)… insensibile al principio di identità, e di contraddizione, ai principi della logica comune, ad ogni  principio…
Questa voce è stata pubblicata in frammenti. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.