Gipol
Ieri sera, durante una trasmissione televisiva di una rete Rai condotta da un “liberal”, appare “in remoto”, d’improvviso, il faccione macrocutaneo, “adulto”, reboante dal lato orale, inquietante dal lato della civitas, di taluno che, in sintesi (delle sue illetterate parole), divulga:
bisogna istituire “il pregiudicato di polizia”, non solo quello (del Casellario) giudiziario (cioè del condannato con sentenza irrevocabile, vincitrice della presunzione di innocenza costituzionalmente stabilita all’art 27: ndr);
ad evitare che si possa ridelinquere senza aggravio di pena (da “recidiva”, ndr), se il precedente delitto non sia ancora andato in giudicato (cioè, bisognerebbe correggere l’istituto della recidiva: ndr);
bisogna abolire le “attenuanti generiche” (chè, d’altronde, non si sa bene cosa siano, e lo direbbe la parola stessa), poichè permettono la detrazione di un terzo della pena.
Come fare, gli domanda il conduttore, perplesso sulle idee medesime ?
Semplice, basta che la magistratura tutta si sintonizzi su quelle due linee, e uniformi le condotte giudiziarie (cioè, per la “riforma” della legge vigente, basta la applicazione infedele che la magistratura, opportunamente organizzata, indica e compia: ndr).
Essendo sfuggita la presentazione, dal conduttore, del personaggio, lo si ritiene un poliziotto, del genere più ottuso protervo, poiché:
la polizia ha già escogitato, nei suoi tendenziosi e tendenzialmente contraffattori rapporti alla “autorità giudiziaria”, “il precedente di polizia”;
solo la polizia potrebbe essere non antifascista, ignorare che le attenuanti generiche furono introdotte dal legislatore antifascista (nell’anno 1944) in polemica con quello fascista, a moderazione generale di tutte le pene (le quali, peraltro, oggi sono almeno quintuplicate, e su precisa richiesta della polizia, imponentesi anzitutto populisticamente);
solo la polizia potrebbe ignorare che “le attenuanti generiche” non riducono la pena di un terzo ma “in misura non eccedente il terzo (art 65 cp), e tante altre cose in materia di circostanze del reato (che qui non sono sintetizzabili);
la polizia sarebbe più che capace (la storia oggi lo dimostra), di ridurre la magistratura alle sue volontà (inquisitorie incolpatorie condannatorie).
Dunque, non potrebbe che essere un poliziotto, costui.
E in vece no, a precisa domanda del conduttore, il faccione (eppur) parlante risponde:
sono gip (giudice, quello, per giunta, preposto a garantire la legalità della attività del pubblico ministero vettore di quella di polizia: ndr) al Tribunale di …
Diaz