09.05.16

Faziochigi

Renzi ha nominato “da Fazio”, l’espositore al pubblico “della littizzetto”, ma anche il lecchino dei potenti il lenone dei disabili ambiziosi il conduttore di sanremo il successore di mike bongiorno a rischiatutto, ( ha nominato “da Fazio”, dicevasi) il sostituto di Federica Guidi al ministero dello Sviluppo.
Vi aveva nominato anche Cantone.
Spostando nello studio televisivo del suddetto la sede del Consiglio dei Ministri della Repubblica…

Scantondavigo

Cantone, presidente “dell’anticorruzione” per (disinteressata) nomina renzina, avrebbe suggerito la istituzione di infiltrati, cioè di spiatori del delitto, per combattere la corruzione; secondo quanto egli rivendica. Davigo ha tradotto il suggerimento nel senso della  istituzione di provocatori, cioè di induttori al delitto.
Corrisponde al suo modo di capire le cose. Non senza comprensibili  condizionamenti logici, tuttavia, se, egli, e’ colui che diffonde, da segretario di “associazione nazionale magistrati”…, che nessuno è innocente, che tutti sono colpevoli. Dietro agenti provocatori, appunto.
Ma in questa cieca posizione, non si scorge, al fondo, che lui delinque, dando mandato di provocare al delitto? e che, mandando al delitto di corruzione, è  il corruttore?

Giacchetta

Pare che il padre di Giachetti, “un provveditore”, sia stato inquisito e arrestato affinché narrasse quel che sapesse sul ministro Prandini, durante la razzia sociopolitica dei magistrati di Mani Pulite; che tacque perché non sapeva nulla, del Ministro, e che dopo sei anni di processi fu assolto.
Ora, uno che sottoponga la propria lista di candidatura a sindaco di Roma al giudizio dell’avanzo di carne democristiana detto “Rosi Bindi”, per di più “presidente della commissione parlamentare antimafia; e che espelle dalla lista una querelata per diffamazione, “perchè indagata”:
non ha tratto alcun insegnamento dalla lezione del padre, anzi, e’ un patricida.
E, in tale dissesto socioeticopolitico, vorrebbe, potrebbe fare, il sindaco di Roma?

Ancora “Davigo”

Sarebbe corrotta, “la politica”, che rifiutasse la dettatura della legge penale (di abolizione della prescrizione, infame, in specie, per ragioni qui non accennabili), da “la giudiziaria”, a  dire del “segretario nazionale” di questa.  Ma si potrebbe ritenere l’opposto, che sarebbe incorrotta rifiutandosi, a quella dettatura, perché corruttrice della separazione funzionale dei due “poteri”. Incorrotta, anzi, inconcussa, se “corrotta”, sulla bocca di quel segretario generale, fa presagire inquisizione generale, fa vedere minaccia; cioè, non corruzione ma concussione….

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