Pertini-Bonino
Viene ricordato, nel centoventesimo della sua nascita, per la sua “eleganza” (non si aggiunge sartoriale, per non circoscriverne la portata), che avrebbe esibito anche quando, presidente della Camera dei Deputati (non si ricorda, ovviamente, che, fin d’allora, era divenuto pseudologico, tanto che dopo, da Presidente della Repubblica, gli furono assegnati professionisti della comunicazione pubblica, giornalisti in specie, che dissimulassero il suo stato mentale. Come non si ricorda, ovviamente, la sua inelegante fobia, e in quello stato, della massima carica, palese nel supplice e malfermo vagare fra gli scranni della assemblea: sotto lo sguardo compassionevole del suo stesso promotore, Bettino Craxi) permetteva “allabonino” (Emma), di entrare in aula con gli zoccoli …
Si parla del tempo in cui “labonino” era bidella al Senato, o di quello, assai prossimo, in cui era deputato?
FOIA?
Così, con siffatto acronimo di Freedom Of Information Act, che nella lingua apprendibile fin dalla scuola media inferiore, significa animalesca eccitazione libidica, fregola incontinente, così, dicevo, “lamadia”, ministro della pubblica amministrazione (offerente anzitutto boccoli cinquecenteschi al “governorenzi”), ha appellato lo statuto del diritto del cittadino alla informazione sulla amministrazione pubblica, alla sua “trasparenza”…
Audacia senza pudore, o insipienza senza fondo?
O, più semplicemente, “governorenzi”?
Dagli alle “differenze”..
Giulio Cesare Vanini, filofoso salentino, sostenne, a cavallo fra decimosesto e decimosettimo secolo, che l’universo bastava a sè stesso, fisicamente, che non aveva necessità di Metafisiche.
E per ciò fu giustiziato dall’organo giustiziale delle Metafisiche, come tanti altri e come intere popolazioni europee, “differenti” …
Quando di questi non riuscisse la confutazione, non fosse possibile estinguerne la funzione di controinformazione, venivano fatti sparire, per ustione (nel suo significante più allusivo), per tormento decapitazione crocifissione e varie altre forme di annichilimento.
Secondo un modello, di reazione politica, tanto antico quanto moderno quanto contemporaneo, secondo un modello storico, rispondente ad una “legge della storia”; e che paradossalmente, nella attuale pena detentiva per incarcerazione, coeva peraltro alla pena corporale della morte, registra una moderazione conservativa, del trattamento giustiziale del “differente “.
“Magdicristianoallam”…
Le labbra livide ed esangui del rettile “mediatico” sibilano fetidamente che, l’ascesa verso l’italia di popolazioni della sponda sud del mediterraneo, contaminerebbe la purezza della razza italica e delle sue origini “ebraicocristiane” (aggettivo il cui uso, apparentemente endiadico, tuttavia, contiene termini ben distinti se non antitetici).
Indubbiamente credibile, da “intellettuale” di impronta convintamente neonazista, nel neofascismo locutorio (benché il fascismo opponesse, anziché abbinare com’egli fa, la purezza della razza -proclamata con la legge del 1938 sulla difesa della razza- alle popolazioni ebraiche).
Altrettanto credibile nel tentativo di dissimulare, da mentitore strategico del proprio stato, la piena appartenenza alle suddette popolazioni ascendenti (giunse a farsi battezzare, a garanzia di autenticità, da un papa, Ratzinger, primo inquisitore del Sant’uffizio, pur mantenendo a padrino l’ambiguo “mauriziolupi”.
E’ del tutto incredibile, anzi risibile, e penoso ove scientemenente falsificasse, costui, come storiografo delle popolazioni italiche e delle loro culture, delle quali, la “ebraicocristiana”, è ritenibile la più vicina, per giunta con molte altre, di innumerevoli antecedenti, e non meno inculturanti.
Per fortuna…