di Pietro Diaz
Uno come Zagrebelsky (stette a Sassari molti anni or sono), con l’arsenale teoretico che possedeva, avrebbe potuto far fuori, per sempre, in tre mosse, un locutore a vanvera perenne, e sul (per lui) l’ignoto, quale è “renzipresidentedelconsiglio”.
E in vece, lo ha lasciato danzare e colpire di tanto in tanto, e lasciato che potesse dare a vedere di “vincere ai punti”.
D’altronde, ossequiosamente appellandolo “signorpresidentedelconsiglio”, gli ha insistentemente assicurato che, sostenendo il NO, non ce l’aveva con lui, ma col suo successore …..(?): sebbene lui, non il suo successore, avesse fatto la riforma!!
Inoltre, una settimana prima, in un confronto sul tema con “ilministrorlando” trasmesso da Radio Radicale, mentre ciondolava fra le parabole, similevangeliche, del “pastore” e del “tessitore”, ed enunciava di preferire il secondo “a modello della Costituzione” (notoriamente, le parabole potrebbero marcare la incapacità del locutore di star dentro al tema con l’alfabeto, anziché con le immagini, e quella dell’ascoltatore di seguirlo: e di fatti egli non spiegava né il chè né il perché); mentre così ciondolava, dicevo, l’altro gli somministrava il quisquiliario (e falsario) congenito della propaganda della cricca renziana con piglio (in apparenza) argomentativo…
Tanto che, al mattino del confronto notturno con Renzi, dicevo ad un amico d’essere in pena per la sorte d’esso ( e di riflesso…).
Tanto più che, con Orlando, Zagrebelsky” aveva avuto un sinistro cedimento, “confessando” d’essere d’accordo, con la riforma, per l’attribuzione ad una sola Camera del potere di fiduciare il Governo: d’accordo, cioè, sulla limitazione della emanazione del Governo della Repubblica da tutto il popolo sedente in Parlamento (più o meno quel che fece Mussolini al primo putsch: desse il Re, non il Parlamento, la fiducia al- Capo del- Governo).
Zagrebelsky, nobile ucraino d’origine (ti dicevi) prima che “professoredidirittocostituzionale”, potresti recuperare al più presto le tue posse?