Davvero ” vanno aiutati ” (Renzi), “sono allo sbando” ( Martina ), ” non rispettano le vittime del terrorismo ” ( Carfagna), ” non ricordano cosa è stato il terrorismo in Italia” (Fassino), ” han parlato di terrorismo mediatico” ( Carelli), i Cinquestelle che hanno postato come terroristico l’attacco delle opposizioni parlamentari e sociali dirette e mediat(ich)e alla “manovra del popolo” ( dove l’appello al popolo, ormai compulsivo, ha la funzione, giustificativa dell’ingiustificabile, dell’ appello ad Allah dagli squartatori di IS..)? Solo ciò o tutt’altro o assai più che ciò, avrebbero fatto i Cinquestelle, evocando “terrorismo” ( oltretutto significante, letteralmente, pratica, non atto singolo, del terrore)? Del termine si ha un uso comune, quando si designi un accadimento tanto spiacevole quanto inatteso. Si designi ciò che atterrisce, dell’atto umano. Ad esempio, l’eccidio, di stretta fede islamica e quindi per movente religioso, dei redattori dell’antireligioso periodico parigino Charlie Hebdo.
Quest’uso potrebbe dirsi descrittivo.
O, del termine, si ha un uso politico, indotto dalle strategie della degradazione o emarginazione o esclusione o eliminazione ( di varia specie, fino alla materiale) di chi, individuo o massa, paresse scomodo o avverso od ostile o dannoso. Strategie adottate, ovviamente, da chi possa; può chi ne abbia la forza ( se necessaria, militare o comunque armata); la ha, in genere, il detentore del potere sociopolitico.
Quest’ uso potrebbe dirsi normativo, e tanto più’ esso e’ efficiente quanto più’ riesca a tradursi in atti giuridici cogenti.
Di quest’ uso sono piene le fosse e le carceri e i campi di concentramento e i luoghi di tortura di ogni parte del mondo e della sua storia: quella di Putin in Cecenia, di Erdogan in Turchia e in Kurdistan, di Assad in Siria, di Netanyahu in Palestina, del potere cinese nel Xinjiang o nel Tibet, del potere saudita in Yemen e via dicendo. Istituito il soggetto appellandolo terrorista essi hanno potuto legalmente bandirlo combatterlo opprimerlo sopprimerlo eliminarlo.
Ebbene, siffatta operazione, di tendenziosa e fraudolenta etichettatura dell’ avversario volta alla neutralizzazione o eliminazione, in Italia, oggi, è possibile. Anzi è stata predisposta per tempo dalla “legge”.
Di fatti vige una disposizione, dell’età legislativa leghista ( ora tornata) e forzista ( 2005) , per la quale (art 270 sexies codpen): “sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese…e sono compiute allo scopo…..di costringere i poteri pubblici a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto…o destabilizzare le strutture politiche fondamentali, costituzionali economiche e sociali di un Paese….nonché le altre condotte….”
E quando si consideri, da un lato, che, lì, rientrano lessicalmente soggetti attivi e passivi e oggetti della disputa sulla “manovra”.
Da altro lato, che la ” finalità di terrorismo..” e’ puro pensiero, giudiziariamente plasmabile a piacere (basti richiamare recenti arresti di “terroristi” stranieri su suolo italiano: colpevoli di autorappresentazioni da incubi notturni o visioni diurne…o di velleitari (s)propositi di frustrati: eppure, in questo Paese divenne proverbiale che “non si processano le intenzioni”).
E si consideri inoltre che il reato reca una pena che arriva a quindici anni.
E si consideri ancora che, i Cinquestelle, sono benemeriti della magistratura, da loro omaggiata dell’ imputato a vita ( oltre il condannato all’ergastolo), una volta abolita la prescrizione dei reati.
Omaggiata della possibilità di perseguire, oltre reati veri, reati finti, quelli partecipati dell’agente coperto (finti perché mai potrebbero giungere ad offendere il bene protetto). Cioè, omaggiata della possibilità di punire tanto la finzione quanto la realtà, e di punirla ( ad esempio la corruzione) con pene da omicidio ( ovviamente, prosciolto l’agente coperto, perché’ l’arroganza del potere non decresca nemmeno al cospetto del principio di eguaglianza).
Omaggiata infine di innumerevoli altre nefandezze pseudogiuridiche, qui neppure accennabili.
Ecco, quando ciò si consideri, allora:
mica fessi quelli del post Cinquestelle, ne sanno una più del diavolo…
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