L’occupazione, dalla magistratura, dei luoghi strategici del comando sociopolitico, attuata gradualmente con l’uso multimodale del comando giudiziario proprio, la ha portata al potere generale, esteso ad ogni altro luogo sociale, essenzialmente nella modalità coercitiva, quando non distruttiva (potere penale).
La magistratura consulente è stata uno dei veicoli della presa di quel potere, ogni consulto è stato adeguato al suo moto, raramente ha deviato da esso.
Ciò, peraltro, tecnicamente e culturalmente, ha materiato conflitto di interessi sociopolitici, nel quale, tuttavia, la magistratura si è tenacemente incarnata, pressoché insensibile ad esso tanto quanto all’interesse contrariato.
Tali consulti vanno rimessi al popolo ed ai suoi rappresentanti, anche perché solo a questi, per Costituzione, competono, di essi, peraltro, avrebbero piena (e non conflittuale) competenza, essi, infine, per Costituzione, sulla magistratura dovrebbero comandare.
Search
menu principale
Le campagne
Scuola penale