Travaglio, nella euforia instillatagli dalla platea di Santoro, voglioso di apparire trasgressivo, addirittura anarchico, squittisce, giulivo, che, lui, e’ contro tutte le regole, eccetto quelle del codice penale.
Ora, dato che molte regole penali sono anche regole non penali, e, lui, violando le seconde, violerebbe, contraddittoriamente, le prime; e dato che molte altre regole penali sono universalmente, quindi anche da lui, respinte (ad ess quelle sui delitti di opinione) e perciò, anche da lui, contraddittoriamente, violate; allora, delle regole penali, Travaglio condivide le pene, quelle del giornaliero massacro giudiziario perpetrato dalle sentenze, o, prima, perpetrato dall’annuncio di esse, del quale, lui, è messaggero principe, dopo Saviano, per conto delle questure e delle procure d’Italia: il massacro della innocenza quale prerogativa e usbergo, costituzionale, di ognuno…
e’ questo ruolo di boia di massa, nel quale ad un tempo, si identifica e si cela, che intriga e assorbe Travaglio, e che perversamente esercita, con superbia ed orgoglio…
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