Un marito che scanna con un tagliere la moglie che chatta con altri uomini, un figlio che scanna in effigie la madre attribuendosi il delitto del padre, tutti costoro, vivi e morti, celebranti smaccati e tragici della vittoria sociale del machismo, muovono un’accusa tremenda al sistema politico che li cova e li fa, e che per giunta li condanna…
Un poliziotto antecipa la spesa per andare in cronaca catturando spacciatori, fa scandalo la antecipazione, non il suo lurido fine.
“Cristus vincit cristus regnat cristus imperat”, cantano leziosi nella piazza vatiicana gli inneggianti alla beatificazione papale dei “martiri della chiesa” spagnola, i sacerdoti sostenitori del sanguinario e onnivoro franchismo uccisi dai resistenti ad esso:
cristo vince regna impera, dunque…
chi potrebbe dire che sia l’uomo del “discorso delle beatitudini” quello i cui verbi di azione, il predetto, raccontano di vittorie di regni di imperi, dei mezzi e dei segni della esaltazione dei primi e della mortificazione degli ultimi…
Sarebbe “stato etico” quello dell’illiberale disegno sul testamento biologico, salmodia compiaciuto del plauso generale (o quasi) colui che ha imposto sulla comunitâ dei consumatori di “canne” fino a trentanni di carcere…