“Che Paese è quello nel quale sono necessarie le condanne”… volendosi dire, su Raitre, che potrebbero essere detti colpevoli anche coloro che fossero stati dichiarati innocenti, in processo, o non fossero stati dichiarati colpevoli. Volendosi ciò dire da un magistrato siciliano, pervenuto alla strapotenza per cui gli è oramai d’ impaccio il processo giurisdizionale, istituito a sancire innocenza o colpevolezza, a delimitare il potere materiale, politico e poliziesco, di farlo.
Distruzione del capitale umano: questo e’ l’anticapitalismo di “magistratura democratica” penale, “per legge” e per professione immancabilmente annientativa dei corpi delle menti delle facoltà dei diritti degli interessi degli stati delle condizioni delle ragioni, dei loro perseguiti, condannati o assolti che li avesse.
L’antimafia giudiziaria infiltrata al vertice del potere legislativo occupando il primo seggio del senato dallo strategicamente e simulativamente dimessosi da essa, “Grasso”, sceglie il giorno simbolico della commemorazione della morte violenta del collega “Borsellino”, per depositare presso la commissione giustizia del senato, incitata a deliberare per vie brevi, legislativamente, la modifica dell’art 416 ter del codice penale, affinché anche l’ultimo avanzo, dopo il “porcellum”, di libertà dell’elettorato passivo, e del corrispondente attivo, passi nelle mani dei poteri dello stato, di quello più duro e cruento e protervo, e ad un tempo più alieno alla democrazia elettorale, il potere di magistratura penale “antimafia”; e affinché, d’ora in avanti, alla minima insinuazione (benché farneticante e mitomane o vendicativa o rivendicativa di potere sociale, di “votodiscambio”, cioè di ogni voto, poiché non ne e’ concepibile uno che, al postutto, non lo sia ) di polizia, eletto ed elettore siano deportabili nei campi di concentramento a vita.
E “Grasso” fu infiltrato, lassù, dal segretario del partito politico sorto, nell’incombente mussolinismo, per portare alla luce il comunismo italiano…