5 – 05 – 2009

L’ “onorevole” (per legge) Dipietro presenta una interrogazione in parlamento sull’annunciato divorzio della moglie di Berlusconi da costui.
Chi dubitasse della corrispondenza del linguaggio degli atti a quello delle parole (le solite dell’interrogante) sarebbe confortato.

Il motore reale e profondo del clerolegoneonazifascismo italiano, il partito della Lega, con i suoi “ministri”, dapprima impone ai medici la delazione dei clandestini, poi la impone ai presidi, non ignorando che la imposizione carica di valore la sua ragione e di disvalore il suo oggetto, e ben sapendo che, rivolgendola a medici e presidi, gli operatori sociali più benefici, virtuosi, li degrada, li avvicina ai malefici, ai viziosi, alle sue losche congreghe, perché il clandestino sia più comunemente inviso…

Poichè autorizzate dal “presidente”, le torture giudiziarie, nessuno ha violato la legge, esclama C Rice in risposta ad uno studente universitario che la incalzava, mostrando di credere, o di non ripudiare, che la legge stia in una autorizzazione del capo, mostrando gerarcologie da criminalita organizzata.

Per dell’Utri i repubblichini sarebbero stati partigiani di destra, non diversi da quelli di sinistra. Ma se destra e sinistra differirono, differirono anche i rispettivi partigiani. Eccetto che sia ritenuto che non differirono, aspirazione sogno e talora (psichiatrica) convinzione del suddetto, e della sua sterminata troupe.

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