14 – 06 – 2009

Le calunnie al presidente del consiglio, con le false (dice lui) incolpazioni su noemi, mills, i turismi aerei di stato, poiché tendenti a destituirlo, benchè eletto dal popolo,  e a sostituirlo con un non eletto (chissà perché…), sarebbero politicamente eversive.
Gli “antifascisti” che gelosamente custodirono, in età repubblicana, il codice penale monarchico, puntato micidialmente contro ogni opposizione, quale “eversiva”, alla conquista o conservazione del potere fascista, che lo custodirono sentendosi addirittura (dissociativamente) tali, antifascisti, non immaginarono che sarebbe andato al potere un esemplare completo di “piduolegoneonazifascista“, e che si sarebbe affaccendato a conservarlo ricorrendo ad esso, alla sua potenza politica e militare, marciante in divisa giudiziaria, contro la opposizione “eversiva”.
Non lo immaginarono da incoscienti incompetenti irrispondenti politici.
Così, sono in preparazione gli antefatti: dopo una pur chiara intervista televisiva, ove l’intervistatore prevede dissesto del governo per taluni avvenimenti economicopolitici, e ove l’intervistato attenua prevedendo non più che “scosse”, scissa la risposta dalla domanda, dal contesto dialogico, postala in circolazione mediatica da sola, si è iniziato a farla risonare come minaccia di golpe, di golpe finanche parabrigatista, sfruttando meschinamente la coincidenza temporale della divulgazione con la pronuncia di una sentenza di condanna di un gruppo di brigatisti.
Un solo comandante militare dell’esercito monarcofascista, autenticamente antifascista, per un solo omicidio più o meno giustificabile, fu condannato a morte come “criiminale di guerra”, durante la epurazione antifascista, non Badoglio, non Graziani,  non Roatta, non altri, i comandanti militari che sterminarono gli etiopi e gli jugolslavi.
Così come di una massa enorme di accademici fascisti, solo dodici negli trenta rifiutarono di giurare per il fascismo, furono epurati, solatanto, Pende e Visco, che tutta via dopo qualche anno tornarono alle cattedre…

“Gioacchino (Murat) fece ‘a legge Gioacchino fu impiso”: il decreto urgente di Berlusconi contro gli “utilizzatori finali” di prostituzione, evocati, dal suo inquietante difensore, insieme ai “grandi quantitativi di donne disponibili senza denaro” (ma per quello stesso decreto e per norme limitrofe, il concetto di  prostituzione non richiede denaro…), come il decreto di Murat, potrebbe appenderlo, il suddetto…

Il potere polgiudiziario, nella sua incessante persecuzione degli individui, dei gruppi, della comunità, è necrofilo o necromane…

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