Il governa che legifera sui diritti pubblici
A prevenzione di uno sciopero imminente nell’ambito dei servizi di apertura al pubblico dei Musei nazionali, il frivolo Franceschini (ministro dei beni culturali, fra i quali ha censito la barba che s’é fatto crescere a sfumatura della ciccia prognatica, la frangetta sulla fronte a mimesi dell’insufficienza di questa, le lenti a contatto a intermittenza ripensate perché gli stropicciano lo sguardo, peggio degli occhiali che glie lo stralunano: tanta fatuità senza tema di appellarsi “Franceschini”, uno degli ultimi resistenti antifascisti della Repubblica che costui ministra), ha chiesto al Consiglio di cui è membro la collocazione, tra i servizi essenziali insuscettibili di sciopero non rigidamente regolato, quello dell’apertura dei Musei. Il Consiglio ha emesso un decreto, previo annuncio di esso al Presidente della repubblica “secondo prassi’, in realtà per imbonire il predetto in vista della sua emanazione.
La sensibilità del regime renziano alla legalità, intesa, controtravagliescamente, come attribuzione solo alla legge parlamentare, del potere di intervenire sui diritti sociopolitici e costituzionali del popolo, questa volta ha la faccia, completamente rifatta, di Franceschini…