“La gran fossa” delle Filippine
Quarantasei morti ammazzati al giorno (non dalla ma) per la droga che spaccerebbero o consumerebbero, nel territorio filippino. Ammazzamenti in esecuzioni extragiudiziarie paramilitari ad opera di “squadroni della morte”, organismi speciali della polizia generale locale, per ordine o col consenso del presidente delle Filippine Duterte (colui che, eletto con il trentanovepercento dei consensi alla presidenza della Repubblica e del Governo unite -secondo la Costituzione locale-, ha annunciato di volere riscrivere la costituzione per aumentare i poteri del governo: ricorda qualcuno?)
Certo, sussistono differenze dagli ammazzamenti esecutivi italiani compiuti dalle squadre di polizia come quella che ha operato su Cucchi e su altri spacciatorconsumatori di droga; ma, esse, sembrano differenze quantitative, non qualitative:
sia negli eventi, amazzamenti in esecuzioni extragiudiziarie paramilitari; sia negli ammazzatori, squadre speciali (dette “mobili” in Italia) della polizia generale.
D’altronde, eventi qualitativamente simili suppongono autori simili.
Ed eventi ed autori simili, dell’area pubblica, suppongono sistemi di stato e di governo, e sistemi sociopolitici connessi, potenzialmente o effettualmente simili (comunque non dissimili)..