“Da migliaia di anni, il cammino evolutivo dell’homo sapiens è intriso di sangue...la prima evidenza fossile di violenze collettive (fosse comuni, crani fracassati, segni di asce e di proiettili) risale a quattordici mila anni fa, quando gli uomini passarono da una forma di vita nomade a una stanziale, legata all’agricoltura.
Prima… le tribù dei cacciatori-raccoglitori erano convissute in pace, come del resto avviene ancora in molte culture, dagli aborigeni australiani agli Inuit…i nostri cugini scimpanzè attaccano solo quando pensano di potere avere la meglio…le democrazie nel mondo son quintuplicate, da venti a quasi un centinaio…” (Chiaberge R “Sole” 9 8 09, I pag).
Tuttavia la questione è se sia avuta, prima dei conflitti intertribali, violenza interna, sotto forma o di sacrifizi umani o di punizioni corporali o simili, o sotto entrambe le forme contemporaneamente, essendo esse scambiabili e scambievoli, e ad unico ceppo.
E se quella violenza sia stata l’incubatrice di quella esterna, conflittuale.
E se tra l’una e l’altra sia differenza solo mediale modale e finale, se esse siano corrispondenti.
Lo sono.
E quando permanga la violenza interna dovunque invariabilmente, che le democrazie si siano moltiplicate, senza purtuttavia eliminarla, è irrilevante, salvo che quella violenza sia “democratica” e “antidemocratica”, sia una necessità sociale….
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