Poichè la proposta di matrimonio, rivolta da taluno sedente in aula ad una tale sedente in tribuna (della Camera dei deputati), non è “esercizio delle funzioni” per le quali egli è lì, essa non godrebbe di immunità penale (ex art 68 della Costituzione); ove fosse reato.
Perché
non è “opinione espressa o voto
dato” (appunto) nell’esercizio delle funzioni
(pur se l’extravagante proponente avesse
creduto il contrario…).
Essa non è che teatrale profferta di
chi si è immaginato qualcuno dacchè
è lì (forse uscendo da inconsistenza
sociale), rassicurato dalla pletora di (accostumati?) privilegi che lo ricopre.
E poichè, impudicamente inscenata nella più elevata sede della sovranità del popolo, la vilipende (“tenere a vile”, avvilire, insultare, disonorare, infamare, offendere…), oltre che deturpamento dell’estetica istituzionale, costituisce reato.
Precisamente il reato di vilipendio di “Assemblea legislativa”, in art 290 cp (un delitto “contro la Personalità interna dello Stato”, se mai le enfasi verbali del codice aiutassero a misurare la portata del fatto…).
Un delitto punito con la pena della reclusione fino a tre anni.
Tuttavia, ed invero, punito così fino a febbraio 2006, allorchè la pena detentiva fu degradata a pena pecuniaria.
Ma da quali forze politiche?
Da quelle coalizzanti Finiani e Bossiani nel (mentore e promotore e integratore) crogiuolo dei berlusconiani, indefessi assedianti, i primi, delle istituzioni politiche Resistenziali, della Assemblea suddetta, ad esempio.
Forze miranti a continuare a farlo impunemente (o quasi), in futuro, e ad essere impuni per quanto fatto in passato (la legge penale abrogatrice o mitigatrice è retroattiva):
o debilitando le pene (come in questo caso), o complicando il reato (con ciò che lo accidentasse: ad esempio il reato di Attentato contro la Costituzione dello Stato ex art. 283 c.p., complicato, anch’esso a febbraio 2006, da “atti violenti” prima non richiesti).
Insomma con manovre di nomoplastica (manipolazione delle norme) che ingagliardissero delinquenze politiche future, e immiserissero quelle passate.
Ebbene (ed infatti)
Quale forza politica ha mallevato il corteggiatore fuori sede, l’astruso pretendente di aula parlamentare?
La Lega di Bossi, e successori… appunto