1. Mai si eran visti tanti cani in circolazione per strade urbane ed extraurbane.
E mai soli, sempre in compagnia di umani.
Si é ipotizzato che il fenomeno sia nato dalla stabilizzazione della titolarità canina del diritto di circolazione ( e relativa libertà), a fronte della precarizzazione della titolarità umana dello stesso.
Anzi, a fronte della sua perdita, a seguito di mandrilleschi irrigidimenti prescrittivi di Taluno, sospettato d’essere cinofilo perché “misoginantropo” (chi odia donna e uomo, sintagma di fresco conio, in adempimento di “parità di genere”…).
1.1 I teorici del diritto, tosto attratti dal fenomeno, si son dati da fare ed han preso a cogitare che, accostati libertà canina e illibertà umana ( di circolazione), diritto e
dovere (negativo) rispettivi, posto quindi “conflitto di norme soggettive”, la facoltà del cane di portare a spasso l’umano implichi necessariamente prevalenza del diritto sul divieto.
E anzi, avanzando nella elucubrazione, sono pervenuti alla conclusione (ratione materiae: regime da coronavirus ) che il potere canino valga quanto un’ordinanza del Capo della Protezione Civile, la quale, ex D.lgs n.1 2018, può derogare alle disposizioni dell’ordinamento giuridico vigente (tranne…). .
2 Così, anche per il conforto della teoria, ha preso piede una intensissima prassi negoziale, particolarmente “di vicinato”, fatta di locazioni, comodati, noli, usi momentanei, cessioni, affidamenti repentini, mere dazioni (figure giuridiche, tutte, puntualmente asseverate da quella stessa teoria), dei cani, per afflato comunitario, solidarietà nella deambulazione extramoenia, che ha inorgoglito la popolazione canina fino a condurre, la parte più politicizzata, a nutrire sentimenti di superiorità verso gli umani.
E a condurre, perfino, a un principio di mutazione degli istinti dei suoi membri.
Ad esempio.
Se non c’era cane che uscisse senz’altri che il padrone, al profluvio dei confinamenti degli umani da Taluno, ha cominciato a farlo.
Se non c’era cane che, trotterellando davanti al padrone, non si voltasse ripetutamente a constatarne l’identità, e non rifiutasse di proseguire quando non corrispondesse , ha cominciato a smettere di farlo.
Se non c’era cane che non sollevasse l’arto posteriore a rispettosa distanza dal padrone, ha cominciato a smettere di farlo, indifferenziandolo da ogni altro umano. Paziente d’altronde, giacchè profondamente riconoscente.
3. Insomma, è andata avanti tale mutazione cinologica, che la popolazione canina ha compiuto il sorpasso “di classe” della popolazione umana. E ne è ha acquisito tale coscienza, che nei polifonici concerti notturni (pur in “distanziamento sociale”), commiserandola altezzosamente ululano: … vita da umani….
4. E’ perciò prevedibile che sara’ elettoralmente grata a Taluno….