Alle grotte preistoriche, circostanti la portentosa “valle della Luna“, sul terso mare di Santa Teresa di Gallura, al momento occupate da alcuni giovani in romantica attesa della “notte di ferragosto“, e’ irrotta improvvisamente, come uscisse dagli abissi, una potenza terrifica, armata fino ai denti, che ne ha imposto “lo sgombero“…
“A tutela dell’ordine pubblico” , ma senza spiegare in alcun modo che cosa fosse, chi lo minacciasse, eccetto, forse, che agitando superstiziosamente, tra le punte del pollice e dell’indice della mano protetta da lattice, un batuffolo di erba verdastra, questa, dunque, ragione e simbolo dell’irruzione.
Dei quali tuttavia, siffattamente dirompenti e devastanti, non parendo avere, storicamente, mai superato la cultura delle grotte, non si comprende cosa potessero avere contro i loro ospiti.
E’ tra siffatte “contraddizioni“, peraltro, che la dialettica ( hegeliana) muove la storia,,,
Alcuni emendamenti, sospinti dal capofazione di estrema destra eppure “terzacarica“, che dovrebbe essere imparziale, dello Stato, “Fini“, contro la riforma berlusconiana, eppure moderata, della legge sulle “intercettazioni“, sarebbero stati preparati da “Palamara“, pm a Roma e capo della magistratura organizzata.
Chi avesse dubitato che “Fini” si agita alla destra della destra, quella berlusconiana, alla destra più’ nera, contro le apparenze, e avesse dubitato della collocazione politica, contro le apparenze, della magistratura organizzata, puo’ cessare di farlo…
Uno ogni tre giorni (certamente suicida), tre ogni tre giorni (probabilmente suicida certamente morto di carcere ), dei lavoratori della (propria) rieducazione penitenziaria, tre e mezzo al giorno, dei lavoratori della produzione (fino a quando?) extrapenitenziaria, marcano le ore del tempo incalzante della repubblica democratica antifascista costituzionale cristiana, italiana, nell’ultimo anno del sedicennio prodiberlusconi, nel pieno compiacimento dei suoi attori…
“berlusconi”, il rospo che più’ di ogni altro si sforzo’ invano di divenire principe..
Il benzinaro, dottore honoris causa in pedagogia, tanto arrabattantesi, nella vita, da assurgere (ma sulle spalle della gang “bipartisan” che da tempo gli guarda le spalle) a “terzacaricadellostato” (nientemeno), ora, come Cesare nel De Bello Gallico, parla di se in terza persona (forse per scansare quanto gli arrivi addosso): “il giornale denigra il presidente della camera“, “la radio offende la reputazione del presidente della camera”
chi avrebbe immaginato che la lingua di Cesare potesse sgorgare naturalmente, anche dagli analfabeti sociopolitici?
Solo chi avesse immaginato che uno di essi potesse divenire terza carica dello stato….