Il successore al trono procuratorio di chi, non molti anni or sono, sedò una protesta (ipergiusta) di alcuni detenuti di un carcere piemontese, ordinando che fossero fucilati (“giusperito“, fuori di ogni potere giuridico, “essere umano“, fuori di ogni pietà), nonchè il superiore gerarchico di chi teorizza di potersi arrogare l’arbitrio mero, fuori Costituzione, di decidere se e contro chi procedere penalmente, se e chi, della popolazione sottostante, colpire “mortalmente“, insomma, il successore e il superiore di due uomini di (il)legge, “Caselli“, alla proposta governativa di escludere la impugnabilità, dall’accusatore, delle sentenze di assoluzione, replica proponendo di escludere anche la impugnabilità, dall’accusato, delle sentenze di condanna, per il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, dice, orgoglioso di emulare quei due….
Se il pubblico ministero fosse slegato dal giudice non si modererebbe, si scatenerebbe, avrebbe detto il celebre incriminatore di Giulio Andreotti quale associato mafioso a Totò Riina, il fantasista “Caselli“, durante la “bicamerale” di qualche anno addietro..
cosi, da un lato, riducendo il giudice a moderatore del pubblico ministero, da altro, mettendolo a rischio di esserne travolto, infine, escludendo, da tale ordigno processuale, la legge, quale moderatore del primo, liberatore del secondo dal primo, instauratore finale della legalità, nelle incestuosità del primo col secondo…
escludendo la legge si diceva, ovviamente, naturalmente, lui “giudice soggetto soltanto alla legge“…