“Ragazza denuncia stupro, incendiato, da un gruppo di torinesi, un campo di extracomunitari, ragazza ritratta stupro, si ritirano gli incendiari”…
ebbene, la reazione, a qualunque vocalizzo accusatorio di chiunque, oggi della “società civile“, avrebbe potuto esserla della “società giudiziaria“; esse di fatti sono cresciute insieme, si sono educate vicendevolmente alla stessa ottusa superstizione, hanno appreso e acquisito lo stesso automatismo, come se la seconda fosse la prima, e viceversa, come se la seconda non fosse stata chiamata politicamente a non esserlo, affinché potesse educare la prima, mentre hanno lo stesso istinto incendiario, a qualunque parola di qualunque accusa, hanno l’automatismo della plebaglia milanese del secentesco “dagli all’untore“, della “società civilgiudiziaria“, non hanno fatto un solo passo avanti, nell’Italia che ha oscurato da quattrocento anni il monito evolutivo de “la colonna infame“…
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