di Massimiliano Mantiloni
Canada, Stati Uniti, Olanda.
Dal 2 maggio potrebbe aggiungersi anche la Toscana che, almeno in commissione sanità del Consiglio regionale, ha già detto sì all’uso della marjuana a scopo terapeutico. Per alleviare il dolore e per le cure palliative. Firmatari delle due proposte di legge, unificate in un unico atto, Enzo Brogi (Pd) e Monica Sgherri (Fds – Verdi), insieme a Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto). Voto contrario di PDL e UDC. Già da tempo si parla della possibilità di introdurre i cannabinodi in alternativa ad altre tipologie di farmaci, tra cui gli oppiacei e i barbiturici. Secondo diversi studi questi ultimi avrebbero effetti collaterali più pesanti rispetto ai primi. Ovviamente l’utilizzo di tali sostanze dovrà avvenire sotto stretto controllo medico e dovrà essere regolamentato dai tecnici della Giunta regionale per individuare i casi per i quali sarà autorizzata l’assunzione. Mettendo da parte le riserve morali del caso e tenendo conto della salute di chi soffre, sono molteplici gli effetti che la cannabis produce su un paziente affetto da cancro: stimolo dell’appetito, alleviamento del dolore, miglioramento del sonno. La Commissione sanità ha ascoltato i pareri di medici, associazioni e pazienti che in gran parte hanno concordato gli aspetti positivi dell’uso dei cannabinoidi, anche per la mancanza di effetti collaterali che renderebbe questo tipo di cura un’alternativa vantaggiosa. Un’iniziativa simile a quella della Toscana c’è in Puglia, ma qui l’uso è normato da una delibera di Giunta e non da una legge. “Ogni ospedale avrà un responsabile per l’attuazione e il rispetto delle linee guida” spiega Enzo Brogi, uno dei firmatari della proposta “ma non è escluso che in futuro si possa prevedere di estenderlo anche per i pazienti a casa sotto rigido controllo medico. E, comunque, la loro somministrazione è prevista solo quando altri farmaci non siano efficaci”. Il consigliere del Pd rivela di aver scritto la legge pensando alle sofferenze dei malati. “Nel pensarla ho lavorato accanto ad Alessia Ballini, una collega uccisa dal cancro il 3 febbraio 2011. Mi raccontava quanto fosse importante assumere sostanze cannabinoidi prima di sottoporsi a chemio e per combattere dolore e nausea”. Di “legge manifesto con risultati pratici pari allo zero e dove l’aspetto scientifico è pressochè ignorato” parla Marco Carraresi dell’Udc. “Una legge bandiera” l’ha definita Stefano Mugnai del Pdl, secondo il quale sarebbe utile chiedere al ministero della Sanità di valutare se tali farmaci siano o meno da inserire nel tabellario farmaceutico. Se legge sarà, sarà la prima in Italia. E prevede il rimborso totale dei farmaci.
http://affaritaliani.libero.it/cronache/cannabis-toscana-all-avanguardia.html?refresh_ce
D’altronde, fu il Gran Duca Leopoldo di Toscana ad abolire, per primo, la pena di morte allora vigente in tutta Italia, ora la Regione Toscana lo emula, e non in poco, giacchè abolisce (fino a) trent’anni di reclusione, infliggibili, per legge penale contemporanea, allo “spinello”…una pena di morte incruenta, in nulla minore di quella cruenta, ma promossa dal parlamento, ed applicata dalla magistratura, italiani, senza alcuna vergogna, né memoria, duecentocinquantanni dopo quella pena, e la sua abolizione… che il diritto penale borghese abbia un ritardo mentale di un quarto di millennio, rispetto a quello aristocratico?