“Vivendo nei luoghi di operazione, le mogli dei poliziotti venivano a conoscenza per esperienza diretta dei loro metodi, alimentavano le ambizioni dei mariti e approfittavano del sistema, partecipavano alla corruzione ed alla concussione che li’ prosperava, derubavano la popolazione nei territori occupati, vivevano nella case espropriate e si impossessavano degli oggetti di arredamento e del vestiario e di ogni avere, quando non prendevano parte personalmente alle operazioni” (parafrasi attualizzatrice di un rilievo sul nazismo, dal libro di Gudrun Schwarz “Una donna al suo fianco. Le signore delle SS”)
Il militarismo nazifascista, quello di un gruppo sociale di estrazione sottoproletaria o piccolo borghese, e’ inscindibile dal razzismo nazifascista, sono entrambe condizioni della riallocazione sociale del gruppo, del suo salto di classe…
il militarismo, d’altronde, assicura il “possesso di stato” che, in quanto detentore della forza pubblica, esercita anche come forza privata nella relazione privata (per lo più’ concutendo, quando non sopraffacendo o non sopprimendo)…
il razzismo, dinamizzando specialisticamente il militarismo, fonda e consolida, nel gruppo, la coscienza della diversità e della superiorità, non solo di classe ma di razza, assumendone a confronto un altro quale altra razza, e per ciò combattendolo e possibilmente sterminandolo…
La amnistia non darebbe oblio alla reità comune, bensì a quella, infinitamente più’ rea, per il modo e la misura e le ragioni del metodo, dei persecutori d’essa…
A scanso di tanta rivelazione la osteggiano..
Se “pisanu” sarebbe un “pezzo di repubblica” (secondo un quotidiano dell’altro ieri) che cosa sarebbe la repubblica?…e se lo sarebbe anche Degasperi che cosa sarebbe (analogamente) costui?… tuttavia “pisanu” e’ certamente un pezzo di una repubblica che ritiene che possa esserlo.
Sarebbe monarchica la struttura del movimento grillino, priva per cio’ di “democrazia interna”… ma non lo sarebbe un movimento a struttura oligarchica, quella dei movimenti o partiti politici esistenti (quando non anch’essi monarchici)?
e come potrebbe parlarsi di “democrazia interna”, sia giuridicamente che agiuridicamente, rispetto ad “associazioni non riconosciute”, quali sono i movimenti o i partiti politici, che perfino formalmente suppongono l’unita’ del comando e della rappresentanza e la associazione dei loro membri ad essa?
D’altro canto non e’ colto, anzi e’ totalmente ignorato, come potrebbe non essere “monarchico”, a guida ferma, un movimento rivoluzionario dei modelli esistenti, perche’ fondante la decisione sociopolitica diretta, la “democrazia diretta”, liberata e liberante non solo dai vincoli spaziali e temporali, perche’ “on line”, ma anche, sopratutto, dalle impalcature della “democrazia indiretta”, fino alla sua ultima corruzione, per legge elettorale, della condizione minima della scelta popolare dei rappresentanti, della “elettivita’…
le impalcature legislative governative giudiziarie attestate autocraticamente e autoreferenzialmente nella Capitale, che hanno basato e veicolato la sequela trasformistica delle “repubbliche” a fine di conservazione, il disastro della societa’ politica e civile, lo Stato (forse) “di tipo mafioso”…