Il guatemalteco sciaguratamente munito, dalla malasorte collettiva, di azione penale, Ingroia, ha spulciato il numero dei votanti, nei campi di prigionia italiani, tra i detenuti “di tipo mafioso”, ne ha contato 46 su 7500 e ha concluso, tronfio, che è finalmente rientrato, il “voto di scambio”, alle elezioni regionali siciliane, con evidente successo delle stragi, di colpevoli formali – innocenti reali, intentate da lui, dai suoi simili e dai suoi alleati politici di destra e di sinistra (a pari merito)…
Tuttavia, ancora bramoso di sangue e di gloria personale nel versarlo, mitologa: “ma la mafia c’è”…
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