Goffamente assiso al di là di una scrivania che vanamente si sforza di incivilirne l’aria da villano che senza sosta lo perseguita, interrogato dall’intervistatore televisivo di La 7 sul “programma politico” della lista elettorale per il parlamento che starebbe per capeggiare (dal Guatemala ove svolgerebbe il compito di superpoliziotto internazionale!), il procuratore aggiunto della Repubblica in Palermo, Ingroia, risponde che, con gli altri procuratori (Demagistris Dipietro…) ed i paraprocuratori (Orlando), della lista, si propone di “liberare l’economia” del Paese “dalle mafie e dalla corruzione”…
ma poiché ciò è, ad un tempo, il suo programma giudiziario, il “teorema” (dei tanti, suoi, giudiziari, sempre smaccatamente illogici, questo effettivamente logico), enuncerebbe che il programma legislativo potrebbe essere ad un tempo giudiziario, il programma giudiziario potrebbe essere ad un tempo legislativo, tanto che, esso, sarebbe, oggi, da lui, sperimentalmente dimostrato.
Dimostrata anche, tuttavia, sarebbe, la eversione facinorosa della separazione costituzionale dei poteri, da parte della sua magistratura…